Premettendo che i tanto previsti decanti cambiamenti climatici in atto ci devono far riflettere seriamente tutti, particolare per noi produttori che nel nostro operare siamo chiamati ad intervenire in ambiente, meccanicamente nei suoli e con prodotti a dispersione per difesa dai parassiti e crittogame, crediamo che dobbiamo prendere atto di tutto ciò e fare tutto il meglio che singolarmente ci è possibile per aiutare questa nostra martoriata Madre Natura a difendersi.
L’annata 2018 si è presentata con una primavera decisamente piovosa, che in qualche modo almeno nei mesi Marzo – Aprile ha compensato le carenze idriche dell’annata precedente. Le piante hanno avuto un buon sviluppo vegetativo, molto equilibrato con una generazione ed allegagione frutto omogena, ben distribuita. Molto importante è stata in questa annata una precoce, tempestiva “pulizia” dei terreni sotto fila dei germogli nei pedoni e del cordone per contenere al massimo i potenziali accumuli e proliferazione di patogeni – crittogame, peronospora in prima. Noi crediamo che in particolare in questa annata con precipitazioni di pioggia.
Importanti e tassi di umidità elevata sia stato davvero importante o determinante un lavoro manuale in vigneto di contenimento – pulizia – areazione del cordone, della fascia grappolo e di tutta la parete fogliare. Crediamo che queste procedure lavorative “normali”, semplici nella loro esecuzione manuale quando sono ben appropriate all’ andamento climatico in atto, anche un po’ previsto siamo di rilevanza fondamentale, e non a caso ci venivano proposte ed istruite già qualche decennio fa come: “Lotta agronomica alle malattie fungine della vite per produzione vini di alta qualità”. La defogliatura precoce delle basali che noi eseguiamo in buona parte dei vigneti ed in particolare in annate piovose con eccesso di vigoria, ci aiuta ad acclimatare da subito i piccoli grappoli al sole con conseguente irrobustimento delle bucce, ma ha anche il doppio vantaggio di aiutare la pianta a mettersi in condizione fisiologica di autodifesa sanitaria. Non sottovalutabile poi la possibile induzione – acquisizione di importante complessità aromatica del frutto.
Possiamo comunque dire che in questa annata abbiamo incentrato tutto il nostro lavoro meccanico e manuale al contenimento dello sviluppo vegetativo, sanità delle piante in interventi cadenzati tempestivi dove di manifestava una agglomerazione, affastellamento dei grappoli. Dopo i vari passaggi di selezione arieggiamento dei grappoli, abbiamo puntualmente eseguito un costante monitoraggio della sanità delle uve, eseguendo dove si presentava necessità interventi di “pulizia” per bloccare in immediato qualsiasi inizio di marciume o botrite.
Possiamo certamente dire di ritenerci soddisfati del risultato finale del nostro lavoro, anche se abbiamo dovuto selezionare nei vari passaggi qualche grappolo in più rispetto alla media e questo è ovviamente andato a discapito delle quantità di uve prodotte, non superando il quantitativo di 55- 60 quintali per ettaro.
Al momento della vendemmia le uve presentavano una buona integrità di buccia con un equilibrio dei valori analitici molto positivo. Molto buona, distinta in questa annata la fragranza del frutto e la carica aromatica, giusto il rapporto tannico – antocianico estraibile rispetto al potenziale. Non abbiamo avuto problema di eccesso di zuccheri – alcool, in sintonia con i nostri parametri preferiti. Annata in cui i pH sono tendenzialmente bassi con acidità piuttosto marcate, fanno ben sperare per un vino di lunga vita ed evoluzione di buona freschezza e fragranza.
Le fermentazioni sia alcolica che malolattica non hanno presentato difficoltà. Le uve hanno avuto un cedimento antocianico e tannico morbido e preciso, senza particolari forzature nelle estrazioni, sempre con massima attenzione alla gestione dell’ossigeno durante i rimontaggi. Le macerazioni post – fermentative sono state in questa annata medio-lunghe (12-14 giorni circa). Al momento in cui scriviamo i vini stanno svolgendo la fermentazione malolattica, con accurata gestione ossigeno in micro-ossigenazione in questa fase. Finiti i malici i vini saranno travasati e sfecciati parzialmente, lasciandoli con parte di feccia liquida e verranno effettuati dei cadenzati interventi di battonage rimettendo in sospensione la feccia per conferire ai vini ancora un po’ di polpa e morbidezza.
Andranno poi, probabile mese di marzo, a riposare nei legni. Crediamo che questa annata possa avere una evoluzione – affinamento – maturazione in rovere molto importante e abbastanza lunga (probabile ottimali 30 – 32 mesi) con puntuali aggiunte di ossigeno in micro, onde limitare troppi stress da travasi.
Molto importante sarà il controllo e l’alternanza dei vini in legni nuovi – medi – maturi per portare fino alla bottiglia una integrazione ed un equilibrio più perfetto possibile in tutte le componenti.
Fiduciosi nel nostro lavoro, consapevoli che dobbiamo e vogliamo perseguire sempre la miglioria
Cordialmente salutiamo,
Laura e lo staff